Agli inizi, per niente colpita dalle opere di Pollock, la Guggenheim accettò con riluttanza
di ammettere uno
dei suoi quadri all'annuale concorso per artisti emergenti da lei
organizzato.
Si racconta che uno dei giudici, il grande Piet Mondrian, fosse particolarmente
attratto dalla tela di Pollock.
La Guggenheim gli si avvicinò e commentò: “Quest'uomo
ha dei seri problemi, e la pittura è senza dubbio uno di questi. In seguito però venne affascianata
dai suoi dipinti, e gli commissionò un'enorme pittura murale
per la sua casa newyorkese
organizzandogli perfino una mostra personale nella sua galleria. Questo evento segna la fine dei suoi problemi economici ed è il primo importante
riconoscimento del suo lavoro. Nel 1947 La galleria di Peggy Guggenheim chiude,
ma Peggy convinse Betty Parsons, la cui influenza nel mondo artistico era già storia,
a diventare l'agente di J.Pollok. Purtroppo Betty non riuscì a far guadagnare molti
soldi all'artista che alla fine decise di rivolgersi a Sidney Janis, famoso pittore
surrealista.
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