Hal 9020 - La nuova coscienza :
un server, simboleggiato da un parallelepipedo verticale posizionato alla sinistra del quadro, irradia dal nulla una quantità enorme di potenza ed energia, inondando con un'onda d'urto tutta la sua conoscenza ed il suo sapere....fissando regole matematiche, di diritto, sociali e finanziarie. Queste, andranno a permeare la nuova vita appena generata. Una nuova era, una nuova filosofia, un nuovo Dio.
Un po come successe col big bang nel nostro sconfinato universo, un tutto creato da un nulla e "retto in piedi" da formule matematiche, costanti ed algoritmi.
Tempesta emozionale :
Il quadro si legge dal basso verso l'alto. Un turbinio di eventi simboleggiati da imponenti vortici di grigie nuvole temporalesche, simboleggia il tuo stato d'animo negli ultimi tempi. In basso a destra abbiamo i resti apocalittici di una città devastata anch'essa dalla tormenta. La città simboleggia il tuo corpo che ha dovuto subire in quest'ultimo anno tutto quello che già tu sai. All'improvviso, nella linea dell'orizzonte però, si avverte un cambiamento. Una linea sfocata di circa 4 centimetri, sfuma le nuvole della tempesta e lascia presagire un imminente cambiamento. Alla base di questa linea, un inerme e statico sole rosso che riporta subito alla mente la bandiera del Giappone tutta bianca con un pallino rosso al centro, simboleggia il nuovo sole, l'alzata mattutina della nostra stella... il glorioso Sol levante, si innalza dalla linea dell'orizzonte annunciando metaforicamente l'alba di un nuovo giorno, di una nuova era, di una nuova vita. Dalla linea dell'orizzonte si innalzano piccole piante e la vita si anima germogliando nella nuova fertile terra. Uno scenario rilassante dai colori chiaro scuro fa da culla ai nuovi eventi. Il quadro nella sua parte superiore, la parte della rinascita, è volutamente in bianco e nero...e lo sai perché? Perché i colori questa volta, in questa nuova storia, li sceglierai tu. Tu, e solo tu, sarai il fautore della tua nuova vita. Imbraccia le redini, colora il tuo futuro e vivi alla grande, come se ogni giorno fosse l'ultimo.
Luci del Nord. I re Magi :
Luci
del nord, aurore boreali, stelle cadenti...in parole povere, Luce!
Nel dipinto appena ultimato, uno sfondo neutro fa da culla ad un avvenimento storico di estrema importanza, la natività del Cristo in un mix di storia, fede e supposizioni. Al centro del dipinto vediamo i tre Magi che arrivano dal cielo come stelle cadenti e si tuffano in una Betlemme che illumina la notte coi i suoi fuochi e bivacchi infondendo nell'aria i suoi fumi e le sue fragranze.
Chi erano i Magi? Erano personaggi fisici reali, oppure erano simboli, luci, precisi movimenti astronomici? La stella cometa fu davvero un segnale ed una via? Perchè la nascita del Cristo è sempre stata abbinata alle innumerevoli "rinascite" apocrife precedenti? Il Solis Invicti, che i Romani erano soliti celebrare durante il periodo del solstizio d'inverno in onore del dio Mitra...e ancora, il 25 dicembre dell’antica Babilonia che era noto come il giorno della nascita del figlio promesso, dove il Dio sole “Baal” doveva essere il salvatore del mondo. E altri innumerevoli riferimenti li possiamo trovare nell'impero Egiziano e tra le divinità orientali.
Tutta questa serie di "coincidenze" e ricorrenze storiche, sono state concentrate dentro al dipinto per dargli un senso che spazia dal mistico trascendentale, alla fede più pura, fino ad approdare ad un concreto, tangibile e reale presente. La linea di luci in basso nel quadro potrebbe simboleggiare l'antica Betlemme, culla del Salvatore Cristiano, ma potremmo interpretarla anche come una giovane, peccaminosa e scintillante Las Vegas in attesa del suo Cristo liberatore.
Eh già...I tre Magi sono ancora in viaggio...noi piccoli peccatori non siamo ancora immuni dal peccato...abbiamo la voglia, il bisogno e perchè no, il dono, di essere salvati ancora una volta.
Come sopra, così sotto. L'isola che non c'è :
"Ciò
che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare
i miracoli della cosa una" (Ermete Trimegisto 3.000 A.C.).
Cosa voleva comunicarci il filosofo Trimegisto con questa frase? Le interpretazioni aimè sono infinite,
ma il succo di fondo è che il nostro mondo, da sempre, è retto in piedi dalla dualità: il bene ed male,
il giorno e la notte, il caldo ed il freddo, l'odio e l'amore e così via. Questa dualità fa sì
che il mondo vada avanti in un perpetuo, equilibrato ed infinito disegno divino. Ci dovremmo allora chiedere:
e noi chi siamo? Cosa rappresenta il pianeta Terra in questo disegno?
Nel dipinto il pianeta Terra è raffigurato al pari
di un'isola che galleggia in uno sfondo neutro simboleggiante un sogno o uno stato alterato della
coscienza. Nubi tempestose alimentano un temporale, mentre in alto il cielo scorre limpido
e sereno. In questo ecosistema chiuso, abbiamo una dualità: il bello ed il brutto tempo racchiusi dentro ad
una bolla sospesa nell'infinito universo. Per noi tutto
questo è normale, fa parte della nostra quotidianità. Ma di normale in fin dei conti
non c'è proprio niente... Non è normale una rigogliosa Terra racchiusa dentro un
ecosistema; non è normale che essa splenda di vita propria donando di continuo la
vita; non è normale che essa galleggi perpetuamente dentro ad un infinito universo.
Se tutto questo non è "normale" qual'è allora il miracolo che citava Ermete? E'
semplice: l'isola alla fine non esiste, non c'è...siamo noi a crearla con la nostra
mente! Il miracolo non è il tutto. Il miracolo
siamo noi, che grazie alla nostra coscienza riusciamo a plasmare e rendere concreto
questo tutto e questo niente.
Desiderando la libertà:
siamo a Francoforte e stiamo fantasticando con la mente. Il nostro sogno ci porta dinnanzi ad un'enorme parete rocciosa color grigio. Ai suoi piedi un lago sospeso a mezz'aria con al suo centro un isolotto, e nel suo interno un piccolo e folkloristico paesino d'oltralpe. Ampie bande di color verde scuro che ricordano l'inconfondibile stile di Fernandez Arman e le sue gittate di colore sopra ai violini aperti in due, simboleggiano le imponenti distese degli abeti disposti in fila che seguono i versanti delle montagne. Anche in questo caso, al centro abbiamo il pallino rosso che indica come sempre la coscienza del sogno, la fase rem, la consapevolezza.
Sognando la libertà:
uno scenario in pieno stile Monet, raffigurante un campo fiorito multicolore, piccole pozze d'acqua ed il verde di qualche sporadico albero nella pianura. Come in un sogno, tutto rimane offuscato, rarefatto, sospeso tra magia e realtà. Un lampo nero immerso in un grigio verde che riflette i colori del campo sottostante, ci “ricorda” di svegliarci. Al centro, un pallino rosso indica la coscienza del sogno, la fase rem, la consapevolezza.
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