Folgori irose al buio nero in cielo,
fanno luce, impietose.
Senza riguardo del tormento mio.
Ma pur non sanno quant’io qui soffra del perduto amore.
Scavano nella notte che ha smarrito il ricordo della Luna.
E a quel silenzio, sciolgono il fragore che distrugge e dilania,
e annienta, e spegne l’ultimo grido che ho diretto al Dio...!
Scrocchiano d’ogni dove. Schiaffi, da nubi nere.
Ma non mi fermo. No.
Passo e poi passo,
crederò al destino per viver di quel sacro, che son io...!
“E così fu” , l'arte di Fabrizio Sanna.
© Vol 671-2013 pietro.maroncelli@libero.it
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